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LA TROTA
(LA TRUITE)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 24 marzo 1983
 
di Joseph Losey con Isabelle Huppert, Jean - Pierre Cassel, Jeanne Moreau, Daniel Olbrychski (Francia, 1982)
 
Passeggiando nel parco, c'è Jeanne Moreau che dice a Isabella Huppert: "Capisci, al giorno d'oggi essere eterosessuale o omosessuale non significa più granché; quello che conta è essere sessuali o meno". Evidentemente, in un film, i dialoghi non sono tutto. Per carità, ma servono a rendere il tono: e l'ultimo film di Losey (ci sono cineasti che invecchiano con genio, si pensi a John Huston, altri meno) tira tutto in questo senso. La trota in questione è una Huppert particolarmente imbruttita: viene da una pescicoltura del Giura, dove la vediamo spremere uova di salmonide in un mastello in una delle prime sequenze, con riferlmerlti sottilmente simbolici. Ed infatti la nostra penserà a concedere poco, e ottenere tanto. Il film dell'autore di capolavori come Il servo e Accident parla infatti di sesso e di soldi. Poiché è cresciuta in un ambiente non proprio esemplare, col padre a palpeggiare ragazzine nei sottoscala, Huppert è condannata a tortuose relazioni sessuali. Con un giovane marito dalla sessualità incerta, con un finanziario playboy dalla sessualità sbrigativa (Olbrychski), una signora dalla sessualità riposta (Jeanne Moreau) e il di lei compagno dalla sessualità voyeuristica (Jean-Pierre Cassel).

Il tutto nel mondo, altrettanto corrotto, della speculazione e del profitto.

Per condurre un discorso sulla relazione esistente fra le due diverse corruzioni (possibile interpretazione del film, conoscendo anche la sua opera trascorsa) Losey ha filmato con ovvia padronanza del mezzo: le scene dell'incontro al bowling sono piene di maestria, e così il Giappone, visto con tecnica impeccabile.

Ma se il romanzo di Vailland non era probabilmente un capolavoro, il film di Losey non si solleva mai dalla caricatura. Caricatura psicologica di personaggi mal spiegati, interpretati da attori di valore qui deambulanti con effetti frequenti di comicità involontaria.

La trota finisce così coll'essere quello che probabilmente non voleva essere: storia di una puttanella bruttina in un gruppo di signorotti squallidi privi di qualsiasi motivo d'interesse.


   Il film in Internet (Google)

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